Lockout/tagout, materiale formativo
Antonio Giuseppe Bernardi
Molto spesso, a sentire parlare di Lockout/Tagout si reagisce semplicisticamente con “basta mettere i lucchetti all’interruttore generale”.
In realtà, la procedura nasce dall’esigenza ben precisa di voler tutelare gli operatori di manutenzione dal rilascio improvviso e indesiderato di energie presenti sull’impianto, sulla macchina o nel processo in corso di manutenzione: non solo corrente elettrica, quindi, ma anche fluidi in pressione, masse che possono cadere sulle persone, molle che possono rilasciare la loro energia, e così via.
Per garantire la sicurezza degli operatori, soprattutto in organizzazioni in cui questi costituiscono vere e proprie squadre, è fondamentale organizzare il lavoro per minimizzare i rischi legati ai rilasci indesiderati di energia. La normativa americana è stata lungimirante in tal senso, andando a legiferare in tal senso fin dagli anni ‘80, affiancata da una normativa tecnica che costituisce ancor oggi lo standard di riferimento internazionale.
Gli americani hanno dovuto far fronte anche a problematiche legate agli aspetti costruttivi delle macchine, non disponendo di una normativa specifica come la Direttiva Macchine in Unione Europea. Pertanto, con la normazione sul Lockout/Tagout hanno regolato in un certo senso anche la questione delle protezioni sulle macchine.
Per illustrare l’argomento, ho recentemente preparato un corso formativo, della durata di circa due ore, e ne metto a disposizione i contenuti (slides).